Ma quindi come nascono le bollicine? Partiamo da qui:
Il vino non nasce frizzante: i vini sono fermi, ma le bollicine entrano in gioco già all’inizio della sua vita, quando l’uva viene pigiata e nel mosto parte la fermentazione alcolica che lo trasformerà in vino.
Le prime bollicine si formano qui, ma non sono le stesse che troveremo nelle bottiglie finite di vini effervescenti.
Questa infatti è la fase nella quale il vino “ribolle” – nelle sue vasche o nei recipienti utilizzati per la vinificazione – ed è il prodotto collaterale della fermentazione alcolica, ossia della trasformazione dello zucchero in alcol, con conseguente produzione di anidride carbonica. L’introduzione dello zucchero destinato a rendere frizzante il vino avviene successivamente e seguendo principalmente 3 strade maestre, andiamo a scoprirle brevemente.
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METODO ANCESTRALE: come da nome, è il metodo più antico. Sfrutta gli zuccheri presenti nel mosto che viene travasato mentre è parzialmente fermentato. In tal modo, la fermentazione riparte nella bottiglia, generando le nostre bollicine.
METODO CLASSICO: o rifermentazione. Consiste nell’aggiungere al vino fermentato un liquido zuccherino che rigenera il processo all’interno della bottiglia.
METODO CHARMAT: stesso meccanismo, al vino fermentato viene aggiunto un liquido zuccherino, ma agendo in vasche pressurizzate che impediscono la dispersione del gas e ne favoriscono l’imbottigliamento.E infine, una sottolineatura.
Spesso pensiamo che “vino spumante” e “vino frizzante” siano sinonimi. In realtà, un vino spumante ha una pressione interna maggiore a causa dello sviluppo di anidride carbonica nella bottiglia. Questa pressione tende nel tempo a far saltare il tappo e ne rende spettacolare la sciabolatura.